mercoledì 7 novembre 2012

Quando da piccoli si trovano fantastiche avventure!

Nel post precedente, Leggere miti e favole, preparando un po' di atmosfera!, avevo accennato al mondo avventuroso della mitologia. Erano passati circa 5 minuti dall'aver postato le mie osservazioni su questo blog, avevo girato la mia sedia verso la libreria ... cosa i miei occhi vedevano? Un vecchio e usato libricino della Fratelli Fabbri Editori (1954, Milano), L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson!

Mi ricordo che trovai tale volume quando frequentavo la quinta classe delle elementari. Ravanavo (termine semi-dialettale che indica propriamente l'azione faticosa di cercare un oggetto) nella cantina di casa e, all'improvviso trovo, all'interno di una cesta piena di libri di mio padre, questo volumetto. A fargli da compagnia c'erano Capitani Coraggiosi di Kipling, Cuore di De Amicis (e da quel giorno ebbi ben due edizioni diverse di tale testo), Zanna Bianca di London e tanti altri ancora. Un tesoro avevo trovato!

Ripensandoci, mi viene in mente proprio il mio caro nipotino! Sarebbe un bel libro da fargli leggere: breve, scritto a caratteri abbastanza grandi, ricco di belle figure e avventuroso! In altre parole L'isola del tesoro, testo fondamentale nella  letteratura per ragazzi, è un romanzo di formazione!

Motivo in più per consigliarlo!


La storia
La vicenda narrata è molto conosciuta ed è stata anche in diverse forme trasportata sia a livello di film sia di sceneggiato televisivo/tv serie.

All'improvviso succede che nella vita del giovane Jim Hawkins entra in scena una mappa che un sospettoso capitano ha lasciato nel baule dopo la sua morte. E non si tratta di una mappa qualunque ... si tratta della mappa che conduce alla scoperta del leggendario tesoro del Capitano Flint.

Nell'intraprendere l'avventura verso il tesoro, Jim incontra diverse persone tra cui:
  • il dottor Livesey, uomo nobile e riservato, ma grande sostenitore di Jim;
  • il capitano Smollet, a capo della ciurma, ma soprattutto a capo di chi si opporrà ai piani di Silver;
  • il cuoco dell'equipaggio, Long John Silver. Non è propriamente un cuoco, anzi è un vecchio compare di Flint, intenzionato a impadronirsi del tesoro;
  • Ben Gunn, ex marinaio di Flint, rimasto sull'isola (probabilmente leggermente sfolgorato!).
A un certo punto della storia, quando tutta la truppa è in viaggio verso l'isola, Jim scopre i veri piani di Silver quando, per puro caso, si nasconde dentro una botte di mele. Dopo una serie di vicende, tra cui la più avvincente è quella descritta nel capitoletto Avventura sul mare (il mio preferito), Jim e i suoi compagni trovano il tesoro e ritornano alle loro vite.


Romanzo di formazione
Il bello della storia non è solo la vicenda in se stessa. Rileggendolo, ho trovato tre motivazioni che mi spingono a consigliare questo libro ai giovani:
  1. la stesura del romanzo in forma epistolare che rende la struttura facile e agile da leggere, ma soprattutto interessante. Il lettore e con lui anche io, sia all'età di 10 anni sia ora, diventiamo appassionati nel leggere le emozioni di paura e le giovani sensazioni di Jim. E' impossibile non entrare dentro il personaggio e vivere con lui, istante dopo istante, le sue avventure e i suoi stati d'animo;
  2. il rapporto tra Jim e Silver. Si tratta di un rapporto ambiguo e non sempre chiaro. Partono con due obiettivi (oggetti di valore) similari ma differenti nella forma: vogliono trovare il tesoro, ma in modi diversi. Tuttavia nel corso della storia, l'uno aiuta l'altro come se tra loro si fosse instaurato un rapporto di fiducia/sfiducia equilibrato. Quando Jim è prigionierio di Silver e della sua ciurma, lo stesso pirata lo salverà e, come favore, Jim gli prometterà di difenderlo davanti al tribunale. Questa promessa non servirà però a molto dato che durante il viaggio di ritorno, Silver scappa per paura della prigione. Non si dimentichi poi quanto detto da Jim nelle ultime pagine che indica una certa - seppur distaccata, affezione verso la persona: "Di Silver non si seppe più nulla. Forse il terribile uomo con una sola gamba avrà raggiunto la moglie negra e, col pappagallo, avrà finito quieto i suoi giorni ...". 
  3. è un romanzo di formazione, ovvero è il racconto di uno di quei momenti che rimangono, sia nel bene sia nel male, nei ricordi di un giovane. Dico "sia nel male", perché Jim confessa "non tornerò mai più in quella terra maledetta.  Talvolta nel sonno mi sembra di approdarvi ancora. Sento il rumore delle onde contro le scogliere. Mi sembra di riudire il rauco grido del sinistro pappagallo: "Pezzi da otto" Pezzi da otto" Pezzi da otto".
Raccontare la storia di un giovane ragazzo in viaggio non solo verso un tesoro, ma alla ricerca di un qualcosa di indefinito (identità, crescita, distacco dalla madre, incontro di antagonisti e piani per controbatterli) e nello stesso tempo formativo, è sicuramente un modo per fare esperire al lettore momenti di intraprendenza e di superamento di prove che possono essere intese come riti di iniziazione. 

Si cresce e si può crescere anche leggendo!

Nessun commento:

Posta un commento