lunedì 14 gennaio 2013

L'opera digitale nel cyberspazio (parte prima)

Il titolo suggerisce una lieve nota ironica. Come in tutti gli spazi, dalla mia borsa al web, è naturale che qualcosa possa andare perduto. Ma, al di là dei miei spazi disordinati, vorrei proporre alcune riflessioni che ho colto a proposito dei Digital Rights Management ovvero delle tecniche dei diritti nei contenuti digitali. 

Ho cercato prima di tutto di informarmi e sono giunta alla conclusione che i DGR sono tecniche di tutele del diritto d’autore per la creazione di un certo contenuto digitale. Dovrebbe essere diritto, pertanto, dell’autore la possibilità di riprodurlo, distribuirlo e modificarlo.

Il grande problema sorge quando, dopo aver creato tale contenuto e averlo "gettato" nel cyberspazio, questo potrebbe essere duplicato e commercializzato senza controllo e consenso di chi detiene i diritti.

Che cosa sono i DRM, in Italia
Riporto quanto scritto dal sito www.bookrepublic.it:

I DRM sono dei sistemi pensati per proteggere il contenuto dei file dalla diffusione illegale. Per fare questo limitano con diversi metodi le possibilità di utilizzo del file a cui vengono applicati. DRM diversi sono supportati in forma diversa dai vari device in commercio

Inoltre si parla anche di SocialDRM:

Il Social DRM o Watermarking è un metodo per la protezione dei contenuti che non limita in alcun modo l’utilizzo del file a cui viene applicato, ma agisce inserendo al suo interno delle informazioni sul proprietario difficili da rimuovere. Queste informazioni sono tracciate attraverso una sorta di filigrana nell’ebook e sono visibili nell’exlibris. Quest’ultimo personalizza e rende unico l’eBook scaricato con il nome e il cognome di chi l’ha acquistato e con alcune informazioni sull'acquisto (data e numero della transazione, per esempio)

 

Riporto, inoltre, altre informazioni dal sito antrodelnerd.blogspot.it

Un esempio concreto è quello degli e-books. Un e-book a cui sono stati applicati i DRM non potrà essere aperto e visualizzato su più computer, o su più lettori; in certi casi, poi, non sarà possibile copiarlo, oppure stamparlo. Se compriamo un e-book che ha un limite di 5 visualizzazioni, per esempio, significa che lo potremo aprire su un massimo di 5 computer diversi, oppure su 4 computer e un tablet, o altre combinazioni analoghe: in ogni caso, l’e-book potrà essere utilizzato solo su un massimo di 5 supporti diversi. Se vogliamo aprirlo su un sesto computer, dovremo comprare di nuovo l’e-book. Beninteso, possiamo aprirlo tutte le volte che vogliamo sullo stesso computer: la limitazione è relativa solo al numero di computer diversi su cui quell’e-book può essere letto (quasi sempre, ma ci sono eccezioni).

Uno dei sistemi più noti è il DRM Adobe che consente di associare il libro al dispositivo sul quale viene letto attraverso una procedure di registrazione (Adobe ID, ovvero mail e password).
Ogni qual volta che si acquista un libro protetto da questo tipo di tecnica bisogna mostrare le proprie Adobe_credenziali: se usualmente si leggono gli ebook sul proprio laptop e anche sull’e-reader, è necessario registrare entrambe i dispositivi.

Tre, dal mio punto di vista, sono le questioni aperte:
  • la paura della perdita e contemporaneamente della perdita;
  • la questione della tracciabilità e della riservatezza dei propri dati;
  • quale è lo statuto, non solo giuridico, ma anche estetico, degli oggetti e delle persone interessate, ovvero Autore, Lettore e Testo. 
Prima di addentrarmi in tali questioni, nei prossimi post prenderò in considerazione le osservazioni che criticano positivamente e negativamente tale tecnica di tutela.

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