mercoledì 16 gennaio 2013

Io leggo, tu leggi e ... loro leggono

Vorrei prendere, seppur brevemente, in considerazione la relazione esistente tra genitori lettori e figli lettori. 

In base ai dati ISTAT (come già accennato in uno dei mie post precedenti, Ma i ragazzi italiani leggono? Forse sì, ma hanno bisogno di un buon esempio!), i ragazzi lettori (6-14 anni) con entrambe i genitori lettori sono il 72%. Si tratta di un dato significativo e importante: la maggior parte delle nostre azioni, da bambini, dipende da come abbiamo imitato e poi interpretato quelle delle persone a noi più accanto, ovvero i nostri genitori. E tra le diverse azioni, c'è quella della lettura. 

Vorrei cercare di raccogliere, in questo post, una serie di osservazioni legato all'atto perfomativo dell'imitazione, ovvero della mimesi.

Le concezioni correnti della mimesi restringono questo concetto in modo inadeguato per due aspetti. Da un lato la mimesi significa non solo imitare (nachahmen), ma anche "rendersi somigliante", "portare a rappresentazione" (Darstellung), "esprimere", "anticipare mimeticamente" (vor-ahmen).
[...]
La facoltà mimetica gioca un ruolo in pressoché tutti gli ambiti dell'agire, del rappresentare, del parlare e pensare degli uomini e costituisce una condizione essenziale della vita sociale. Osservate alla luce di una simile comprensione peccano per difetto le definizioni di mimesi, che costruiscono una opposizione tra la mimesi e la creatività originaria (Selbstmachtigkeit) ... 
(p. 9, Mimesis. L'arte e i suoi modelli di Christoph Wulf)

Già Aristotele richiama l'attenzione sul fatto che l'imitare stesso è innato nell'uomo; "esso è connaturato agli uomini fin dalla puerizia (e in ciò l'uomo si differenzia dagli altri animali, nell'essere il più portato ad imitare e nel procurarsi per mezzo dell'imitazione le nozioni fondamentali), dall'altra il fatto che tutti traggono piacere dalle imitazioni". 
(p. 12, Mimesis. L'arte e i suoi modelli di Christoph Wulf)

Come è possibile notare all'interno del termine mimesi si possono trovare una serie di sfumature di estremo interesse:
  • la stretta relazione tra l'uomo e la sua dipendenza dall'apprendimento;
  • la residuale componente istintuale;
  • la relazione antitetica tra creare ed emulare. 
Prima di avviarmi alle conclusione di questo post, vorrei soffermarmi sul primo punto dell'elenco.

Platone si era tanto soffermato sulla portata pedagogica della mimesi e le sue osservazioni negative su tale atto dipendono da una serie di preoccupazioni che sorgono considerando l'atto stesso. Chi viene imitato? Che cosa viene preso come modello di riferimento? Come questo viene emulato?

La famosa invettiva contro l'arte (imitazione di un'imitazione) nasce proprio dalla preoccupazione di non avere idonei, forti e costruttivi modelli di riferimento

A questo proposito, interessante è il contributo di Vygotskij:

Vygotskij (1931) [..] affronta il discorso dell’imitazione all’interno della relazione dinamica che sussiste tra apprendimento e sviluppo. L’imitazione, così, viene affrontata in primis non come processo meccanico e ripetitivo ma come processo creativo (Vygotskij, 1931).
(http://www.vegajournal.org/content/archivio/52-anno-vi-numero-1/168-la-teoria-dellimitazione-di-vygotskij-alla-luce-delle-scoperte-sul-sistema-dei-neuroni-specchio-una-riflessione-integrata)

egli afferma che l’adulto che viene imitato o che fornisce istruzioni (e anche questo potrebbero essere inteso come una forma di imitazione), su come comportarsi e agire, fa sì che il bambino possa raggiungere e sviluppare molte abilità. In particolar modo, è da tale comportamento imitativo che si andranno a instaurare due processi interdipendenti, non scomponibili e attivi fin dal primo giorno di vita: apprendimento e sviluppo (Vygotskij, 1978).


Vygotskij parla di imitazione intellettuale come caratteristica dell’uomo, in quanto legata alla comprensione che permette di estendere le azioni imitative ad azioni analoghe che si attuano nell'interazione sociale.

Imitare prima e risvegliare poi una serie di processi che si erano imitati fanno parte dell'apprendimento che così concepito diventa costitutivo nello sviluppo delle caratteristiche umane.

Ecco spiegato uno dei motivi per i quali il 72% dei lettori (6-14 anni) ha i genitori lettori. 


P.S. Se siete interessati alla tematica dell'imitazione e della mimesis, vi invito alla lettura dell'altro mio blog, ovvero P&G


Nessun commento:

Posta un commento